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ARCHIVIO |
I GIOVANI E LA PAURA DI VIVERE
La vita è un regalo che i genitori, a nostra insaputa, hanno voluto donarci. Dobbiamo far in modo che non si deteriori. Credo che essere giovani, dal punto di vista economico, sia stato più difficile in passato che ai giorni nostri. Oggi invece mi sembra che la difficoltà sia più di tipo psicologico ed esistenziale. Il problema è forse la troppa libertà ? Penso che la libertà sia il sommo bene per l'uomo, ma questa possibilità di scegliere fra diverse opzioni genera spesso ansia o angoscia. All'epoca dei nostri nonni spesso il destino di ciascuno era in gran parte deciso alla nascita. Oggi invece il giovane ha davanti a sè varie opportunità ed è la società stessa che esige da lui la realizzazione dei propri talenti. Ma scegliere tra varie possibilità e dare un senso alla propria vita spesso è vissuto dall'adolescente come un compito immane. Delusioni amorose, difficoltà nei rapporti con i compagni e problemi scolastici in genere possono avere contraccolpi sull'equilibrio fisico ed emotivo. Tanto che molti giovani si danno alla droga o all'alcool. A volte è proprio il gruppo dei coetanei a fornire la spinta per cadere in una di queste dipendenze. La partecipazione ad un gruppo infatti impone implicitamente l'osservanza di un certo codice di comportamento. Il conformismo, che nasce dal timore di non essere accettati, induce un giovane ad adottare comportamenti spesso nocivi ma condivisi dal gruppo. Conosco ragazzi che fanno uso di droga cosiddetta leggera o assumono alcool per non pensare alle cose brutte della vita. Come risultato si trovano a vivere in un mondo tutto loro che li distacca dalla realtà. Altra invece mi hanno confidato che lo fanno per noia perché non sanno come trascorrere il pomeriggio. Quando ascolto queste parole non so che cosa pensare. E' vero che la vita é spesso una routine ma esistono altre cose per riempire una giornata. Queste persone pensano che io sia più forte di loro perché non assumo queste sostanze. Io non penso di essere così forte come loro credono. Non la prendo, pur avendo anch'io difficoltà che potrebbero spingermi a farlo, perché penso che, passato l'effetto della dose, la mia vita ritornerebbe a essere quella di prima. La droga è una fuga dalla responsabilità del mondo adulto, un alibi per ritardare le scelte, le fatiche, gli impegni che il mondo adulto comporta. Cosa si potrebbe fare per arginare questi problemi o meglio per aiutare i ragazzi ad affrontare queste difficoltà che vengono vissute con tanta pesantezza e angoscia? Penso che i giovani desiderino essere ascoltati di più. Sarebbe bello se la scuola curasse maggiormente i bisogni e i problemi emotivi dei ragazzi. Sarebbe bello riuscire a dialogare con i genitori. Sarebbe bello se la società invece di indicare ai giovani come meta il successo esteriore, aiutasse ogni ragazzo ad individuare una propria passione intorno a cui costruire/ricostruire la propria personalità e la propria vita.
Joindian |
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MONSIEUR IBRAHIM E I FIORI DEL CORANO
In occasione di un'uscita scolastica ho potuto vedere al cinema Monsieur Ibrahim e i fiori del Corano. Il film è ambientato a Parigi; si apre con
un ragazzo ebreo di quindici anni, Mosè detto Momo, che guarda dalla finestra
le prostitute che lavorano di sotto. Sconsolato, va al solito minimarket per fare la spesa. Il padrone, il signor Ibrahim, interpretato da Omar Sharif, è un uomo musulmano sulla settantina. Momo rubacchia sempre qualcosa perché i soldi non gli bastano. Il signor Ibrahim se ne accorge ma fa finta di niente. In casa Momo vive con il padre, una persona
molto depressa, un tempo rinchiuso in un campo di concentramento. Non
ricorda neanche il compleanno del figlio. Dal prezzo elevato che il signor Ibrahim fa pagare ad un'attrice per una bottiglia d'acqua, Momo capisce che sa dei suoi furti. Se deve proprio rubare che almeno lo faccia solo nel suo negozio e gli consegna cibo per gatti e altro cibo scadente da portare al padre, mentre a lui offre cibo di migliore qualità. Inizia così l'amicizia tra il signor Ibrahim, musulmano, e Momo, ebreo. Dal suo amico il ragazzo conoscerà il motivo della depressione paterna. Il ragazzo racconta al negoziante le sue avventure con le prostitute. Questi gli fa notare che presto dovrà scontrarsi anche con i problemi sentimentali dell'amore con le sue coetanee. Nel palazzo dove abita, vive una ragazza
che a Momo piace molto. Intanto, per reazione all'abbandono del padre e al tradimento della sua ragazza, Momo continua i suoi incontri con le prostitute, grazie alla vendita dei libri cui il padre teneva tanto. Un giorno la polizia bussa alla porta di
Momo. Il corpo di suo padre è stato ritrovato a Marsiglia e a lui spetta
effettuare il riconoscimento della salma. Momo s'inventa che il ragazzo è andato via, a cercare il fratello maggiore di cui era tanto orgoglioso il padre. La signora, molto stupita, gli dice che Momo non ha fratelli e va via. Al suo ritorno Ibrahim adotta il ragazzo e
compra un'automobile. Poi, dopo aver preso la patente e salutato gli amici, i
due partono per l'Oriente. Una volta arrivati, Ibrahim lascia il ragazzo e va ad avvisare i parenti del suo arrivo. Mentre Momo cammina senza una meta precisa,
un ragazzo in moto lo invita a salire. Momo comprende che è accaduto qualcosa a
suo padre. Più in là vede l' automobile capovolta. Arrivati a casa fa appena
in tempo a vedere il padre prima che muoia. Il vecchio gli confida che è felice
perché gli ha trasmesso i suoi insegnamenti, quelli che lui chiama i fiori del
Corano. Il film termina con Momo ormai adulto che
gestisce il negozio del padre adottivo. Omar Sharif ha saputo costruire un personaggio molto attraente, interpretando un uomo che sapeva comprendere e venire incontro in maniera spontanea ed equilibrata ai bisogni di un ragazzo molto solo; suggerendo che un musulmano può comportarsi come l' erede di una cultura millenaria e non solo o non necessariamente come a volte si vede in televisione. A me questo film è piaciuto moltissimo e consiglio a tutti di andare a vederlo e inoltre di leggere il libro da cui è tratto, perché mi ha fatto capire che persone appartenenti ad etnie e credi religiosi diversi possono stringere rapporti molto intensi. Anche se personalmente non ho nessun credo, questo film ha suscitato in me un grande interesse per l'Islam e mi ha fatto venir voglia di leggere il Corano per saperne di più. Penso infatti che tutte le religioni presentino degli insegnamenti morali e dei valori con cui affrontare la vita. Joindian
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